Eskrima, la scherma filippina

Succede sempre più spesso che sport un tempo prerogativa di paesi lontani da noi, non solo per mero chilometraggio ma per cultura, diventino comuni e apprezzati anche da noi.

Anche se forse non è così tanto comune (o almeno, non ancora!), questa è proprio la parabola dell’eskrima, una spettacolare forma di arte marziale che sta trovando sempre più consensi anche da noi dopo essere arrivata in Italia grazie alla numerosa comunità filippina che vive e lavora nel nostro paese. L’Eskrima è infatti un antico sport proveniente proprio da quell’arcipelago asiatico.

Una scherma… corpo a corpo

Il titolo di questo paragrafo potrebbe sembrarvi strano, ma serve solo a sintetizzare quanto possa essere complesso da descrivere il set di regole dell’eskrima, che è nota anche come kali. È importante infatti sapere che si può combattere sia con le mani nude che con le armi, che sono rappresentate da coltelli e bastoni. Di solito chi pratica l’eskrima viene raffigurato proprio con questi ultimi, motivo per il quale questa disciplina, a uno sguardo superficiale, potrebbe essere paragonata al kendo giapponese.

Sicuramente l’eskrima ha degli elementi in comune con questo, oltre che col kung fu cinese.

A chi ha familiarità con il mondo delle arti marziali tutto ciò potrebbe sembrare confusionario, ma è semplicemente il riflesso della complessità di una nazione come le Filippine: a tante isole corrispondevano tradizioni e rituali diversi, i quali sono confluiti in un solo sport, peraltro andato fuorilegge all’epoca della dominazione spagnola.

Dominazione per via della quale, del resto, la parola eskrima ha tanto in comune con “esgrima”, scherma: era l’unica attività consentita dai colonizzatori e per centinaia di anni, per sfuggire ai loro controlli, venne praticata in una forma censurata onde evitare punizioni durissime.

Oggi si deve a un maestro di fama mondiale come Dan Inosanto, il Bruce Lee delle Filippine, se l’eskrima è stata codificata cercando di ricucire gli strappi causati dalla presenza spagnola nella nazione.

Il lavoro incessante di Inosanto ha avuto successo, perché oggi chi si avvicina a questa arte marziale può farlo gradualmente, seguendo una scala di apprendimento che prima era per lo più assente. Ci sono ancora tanti punti oscuri da chiarire, ma questo è il bello di riavvicinarsi a una disciplina dimenticata: al brivido dello sport adrenalinico si unisce l’emozione dello studioso!

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